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Hai una questione che ti assilla, un obiettivo per il tuo futuro, e avresti davvero bisogno di parlarne con qualcuno che non ti giudichi e non ti dia consigli, ma che sappia ascoltarti e magari permetterti di vedere la situazione da un punto di vista diverso dal tuo, così ti sei decisa a scegliere una coach.
Dopo qualche ricerca in rete e tra le tue conoscenze, hai capito: hai bisogno di rivolgerti a una coach! Se è la prima volta che ti approcci a questo tipo di figura professionale, probabilmente non sai come muoverti, e soprattutto hai paura di finire nelle mani sbagliate: è vero che il coaching non è una relazione d’aiuto, ma è possibile che in sessione esca qualche tuo lato vulnerabile, e di certo vorrai che questa tua vulnerabilità sia trattata con la delicatezza che merita.
Scegliere la coach giusta è un equilibrio tra istinto e razionalità
Ma come scegliere la coach giusta per te? Ti anticipo che ci sono criteri oggettivi e soggettivi, e che devi prendere in considerazione entrambi, per fare una scelta in linea con i tuoi bisogni.
Da una parte devi assicurarti di essere seguita da una persona competente e che conosca bene i limiti entro cui può operare (e credimi che sto facendo una battaglia personale per ricordare quanto sia importante restare nelle nostre aree di competenza, seguimi su Instagram per supportarmi), e dall’altra dovrai scegliere qualcuno che si occupi di tematiche vicine alla tua situazione e con cui scatta la scintilla!
Eh sì, perché anche nel coaching il rapporto è fondamentale, e se dovessi provare un forte fastidio nei confronti della tua coach, questo potrebbe influire negativamente sui risultati del percorso.
Eccoti 5 consigli per scegliere la tua coach e iniziare un percorso fantastico!
1 Controlla il curriculum della tua coach
Quella del coach purtroppo è una professione non regolamentata, e questo significa che, a differenza delle figure professionali che fanno riferimento a un ordine, come ad esempio i medici o gli avvocati, non c’è una legge che stabilisce un criterio per cui ci si possa definire o meno coach.
La conseguenza è che letteralmente chiunque può definirsi coach, e in un certo senso è proprio quello che succede: una miriade di figure professionali si fregia del titolo di life coach, anche quando non ne ha le competenze. Scommetto che è proprio questo quello che temi: finire tra le mani di qualcuno che millanta conoscenze e in realtà non è poi titolato per gestire un percorso di coaching.
Per questo motivo ti consiglio di controllare il curriculum della tua coach: guarda sul suo sito dove si è formata, e se non lo trovi scritto da nessuna parte chiediglielo direttamente. Se non ha nulla da nascondere, non avrà problemi a dirtelo!
2 Chiedi una chiamata conoscitiva
Quasi tutti i coach propongono una chiamata conoscitiva con un potenziale cliente, prima di iniziare un percorso. Questa cosa è molto utile per entrambi, perché permette di capire se scatta la scintilla e c’è la possibilità di lavorare insieme in modo proficuo.
Come ti dico sempre, infatti, il coaching è un rapporto alla pari, perciò è molto importante che ci sia buona volontà nel portare avanti il percorso da entrambe le parti. Durante la chiamata conoscitiva con la tua futura coach, puoi farle tutte le domande che vuoi per capire se ti senti a tuo agio con lei e se è proprio la professionista che fa per te.
In questa sede hai anche la possibilità di capire se si tratta di una persona seria: diffida di quelle coach che ti promettono risultati certi o non conoscono bene i confini entro cui possono operare!
In un percorso di coaching, infatti, le variabili sono tante: la coach metterà a tua disposizione i suoi strumenti e tu la tua buona volontà, ma solo una maga potrebbe assicurarti che il risultato sarà raggiunto!
Ti consiglio poi di fare molta attenzione ai confini professionali: una buona professionista sa fin dove arriva la sua competenza e in che caso deve invece rimandarti a un’altra figura professionale. Se per esempio ti promette di risolvere i tuoi traumi con il coaching, ho una notizia per te: ti sta facendo del male e sta anche violando la legge.
3 Una coach non ti insegna, ma soprattutto non ti impone nulla!
Il coaching non è un rapporto di tipo direttivo, ma alla pari: questo significa che una coach non ti insegnerà assolutamente nulla, ma ti spronerà a tirare fuori le tue risorse interiori (quelle che hai sempre avuto) per prendere in mano la tua vita.
L’unica eccezione è quando il coaching viene svolto in combinazione con il mentoring, ma solitamente questa modalità viene dichiarata, ed è la coach stessa che durante la sessione ti comunica quando sta per darti un consiglio da mentor.
La differenza è molto semplice: se il coaching è un rapporto alla pari tra coach e coachee, il mentoring presuppone che il mentor abbia più esperienza del tema che si sta trattando.
Se per esempio ti rivolgi a una business coach specializzata in marketing, è molto probabile che ti dia delle indicazioni sulla base delle sue conoscenze.
Ancora diversa è l’imposizione: nessun professionista, in nessun caso, tanto meno una coach, può obbligarti a fare nulla!
Tra una sessione di coaching e l’altra, è possibile che ti vengano assegnati dei compiti, ma si tratta sempre di attività concordate, e portarle a termine è una tua responsabilità, non un’imposizione.
4 Scegli una coach specializzata nella tematica che vuoi portarle
Solitamente, le coach si specializzano in alcune tematiche, in base alle proprie esperienze, a ciò che sono più brave a fare e anche a ciò che amano di più.
Per esempio, ci sono coach specializzate nell’autostima, altre che propongono percorsi alle persone multipotenziali, o anche le business coach, che si rivolgono in particolare a chi vuole costruire un business oppure ne ha uno già avviato e vuole crescere.
Per esempio, io sono specializzata nel coaching per le libere professioniste e uso la metagenealogia come strumento.
Se hai ben chiara la tematica che vuoi portare alla tua coach, scegli una professionista che propone percorsi relativi alla tua problematica: sarà la migliore per la tua situazione.
5 Informati sugli strumenti della tua coach
Non mi stancherò mai di ripeterlo: in un percorso di coaching non sei obbligata a fare nulla, ed è essenziale che tu ti senta a tuo agio con gli strumenti che ti vengono proposti, in modo che non entrino in campo ulteriori blocchi.
Ci sono coach che usano la meditazione, le carte d’ispirazione, la pittura, il movimento del corpo, o anche la ciclicità lunare e quella mestruale, come le Coach al Femminile di Accademia Orme di Luna.
Questo vuol dire che se uno strumento di una coach non ti piace, dovresti scartarla in partenza? Assolutamente no!
Se tutto il resto ti convince, parla serenamente alla tua coach e dille che non ti senti a tuo agio con quel particolare strumento: una professionista seria farà di tutto per farti sentire libera di esprimerti durante la sessione, e non userà quel particolare strumento che ti crea fastidio.
Ora hai tutti gli strumenti per scegliere la coach giusta
Come tante altre relazioni, anche il coaching è basato su un rapporto di fiducia e rispetto reciproci. Anche se nessuno può assicurarti al 100% che raggiungerai i tuoi obiettivi, di sicuro le probabilità aumentano sensibilmente, se ti senti in sintonia con la tua coach.
Prima di prendere la tua decisione, chiedi una call conoscitiva, per parlare di persona con la coach con cui vorresti lavorare, e fai tutte le domande che vuoi: chiedi dove ha studiato, che strumenti usa, e valuta anche se c’è affinità.
Ti senti pronta a prendere in mano la tua vita professionale? Prenota una call conoscitiva e scopri se sono la coach giusta per te.