La ricerca di me stessa è stata spesso condita anche dall’accettazione del mio corpo.
Iniziare ad amarmi è stato un percorso molto profondo ed ho dovuto distruggere pesanti schemi sociali.
Ho avuto un’adolescenza da “Brutto Anatroccolo”, venivo derisa per i miei occhiali spessi come fondi di bottiglia e per i miei tantissimi capelli.
Secondo quella ragazzina essere belli era l’unico obiettivo possibile.
A 18 anni ho avuto quella che per me era una rivincita: ero stata notata per il mio stile da ballerina e da lì è iniziata la trasformazione che si vede tanto in televisione, seguita da una donna che ai miei occhi era di una bellezza straordinaria.
Mi sentivo felice? No, la mia era solo illusione.
La maggior parte degli uomini mi guardava solo per il mio corpo estremamente magro, per i miei abiti attillati e le gambe slanciate dal tacco 12.
Ma cosa è cambiato realmente?
Ho iniziato ad amare il mio corpo, perché è mio e di nessun altro, ho compreso che qualsiasi cosa io indossassi era per piacere a me stessa. Ho imparato ad amare un corpo che stava cambiando ed ho iniziato ad accettare anche le imperfezioni.
#MIDIRASNUR per dire basta alla violenza, #MIDIRASNUR per smetterla anche con la violenza verso il nostro corpo, perché il dono più grande che possiamo farci è amarci ed accettarci.
“Non mi vesto per provocarti perchè la mia vita non gira intorno al tuo pene! Fattene una ragione!”
Khadija
Forse la faccio troppo tragica, ma… in effetti, non ho mai creduto alla favola della “società fluida”, in cui gli schemi sono scomparsi. La verità, stando alla mia esperienza, è che si sono moltiplicati.
Non ci sono più solo le “madonne” e le “puttane”. Ora, ci sono le “retrograde” (quelle che OSANO essere interessate più alla famiglia e agli affetti che alla seduzione o alla carriera), le “oche giulive” (quelle che partecipano a Miss Italia… e sbagliano le risposte in materia di storia), le “butch”, le “femmes”, le “femministe”, le “brave ragazze”, le “secchione”, le “fighe”… E chissà quanto potrei ancora andare avanti. “Vecchio” e “nuovo” tutti insieme, accomunati dall’abitudine tutta umana a cercare la lama migliore per affettare le gonadi al prossimo.
E noi cerchiamo di non schematizzarci, ma semplicemente di amare noi stesse e come siamo fatte..